Storia del Tibet

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UNA BREVE STORIA DEL TIBET


TIBET ANTICO

I tibetani in antichità erano un popolo dedito alla pastorizia, specialmente caprini, bovini e ovini. Dal 100 a.C. hanno cominciato a coltivare la terra e si sono sviluppate coltivazioni di riso e orzo. Nel sesto secolo d.C. i tibetani si divisero in regni diversi, ma all'inizio del settimo secolo il Tibet è diventato un unico stato unitario.

 

 

Nello stesso periodo, si sviluppò una forma di scrittura, basata su quella indiana. Il Tibet è diventato ben presto una nazione altamente civilizzata, incuneata tra India e Cina. Conobbe periodi di potenza: nell’anno 763 i tibetani conquistarono la capitale cinese Changan.

La religione più antica del Tibet fu il Bön, una tradizione sciamanica. I suoi seguaci credevano che ci fossero spiriti del bene e del male in qualsiasi ambito della natura. Gli sciamani erano in grado di comunicare con gli spiriti e fungevano da intermediari con il popolo.

Nell’ottavo secolo, il buddhismo è stato introdotto in Tibet dall'India. Il primo monastero buddhista è stato costruito a Samye nel 779. La tradizione Bön non è morta, ma ha introiettato molti insegnamenti buddhisti. Il buddhismo tibetano, d’altronde, “adottò” alcune credenze Bön.

Un re di nome Lang Darma, nel 838-842, perseguitò i praticanti buddhisti e dopo la sua morte il buddhismo si ridusse ai minimi termini. Inoltre nel nono secolo il Tibet fu diviso in diversi Stati belligeranti.

Il Buddhismo ebbe una grande fioritura alla fine del X secolo. Uomini come Rinchen Zangpo (958-1055) fondarono monasteri e templi, mentre il maestro indiano Atisha (982-1055) guidò questo momento di rinascita. Inoltre nel 1073 il grande monastero Sakya fu edificato.

 Agli inizi del XIII secolo, i Mongoli conquistarono un vasto impero in tutta l'Asia e così anche il Tibet passò sotto il loro dominio nel 1207. Tuttavia, anche se il Tibet divenne uno stato vassallo, non fu mai completamente assorbito nell'Impero Mongolo.

Poi nel 1247 Goden Khan, il capo mongolo, nominò Sakya Lama sovrano temporale del Tibet, che diventò così il primo sacerdote-re del Tibet.

Più tardi Kublai Khan, l'imperatore mongolo della Cina, conferì a Sakya Lama la carica di suo consigliere spirituale. Fu questa una relazione simbiotica: il lama consigliava l'imperatore e, a sua volta, riceveva il patrocinio e la protezione del sovrano.

 Tuttavia nel 1350 i tibetani si ribellarono contro il Sakya Lama e lo rovesciarono. Il Tibet divenne poi uno stato laico.
Nel XV secolo numerosi nuovi monasteri furono fondati: nel 1409 a Ganden, nel 1416 a Drepung, a Sera nel 1419 e a Trashilingpo nel 1447.

In Tibet i buddhisti erano suddivisi in scuole diverse. Una di queste è stata chiamata Gelugpa o setta gialla. Nel 1578 il leader, Sonan Gyats, incontrò il capo di una tribù mongola chiamato Tumet. I mongoli si convertirono al buddhismo e i due uomini formarono un'alleanza. A Sonan Gyats fu stato dato il titolo di terzo Dalai Lama. I due leader precedenti della scuola furono nominati (postumi) primo e secondo Dalai Lama. Sonan Gyats, il terzo Dalai Lama, diventò il consigliere spirituale dei Mongoli, mentre i capi mongoli divennero suoi mecenati e protettori.

Gli inizi del XVII segnarono un periodo di guerra civile. Nel 1640 i Mongoli entrarono in Tibet per sostenere il quinto Dalai Lama; nel 1642 fecero di lui il sovrano temporale in virtù della sua leadership spirituale. Da allora in poi il Dalai Lama divenne un re-sacerdote.

Sotto il regno del quinto Dalai Lama il Tibet divenne uno stato ricco e potente. Tuttavia quando il Dalai Lama morì, il suo “vice”, il Desi, mantenne segreta sulla morte. Il Desi regnò come se fosse il Quinto Dalai Lama. Egli nascose anche la scoperta di un bambino che si credeva essere il VI Dalai Lama, che fu però finalmente messo sul trono nel 1697.

Tuttavia i suoi modi meno “pii” dei precedenti, fecero arrabbiare il capo dei Mongoli, che nel 1705 attaccarono il Tibet, uccidendo il Desi e deponendo il sesto Dalai Lama, che fu accusato di essere un impostore. Il leader dei mongoli Tumet, Lhasang Kan, installò come Dalai Lama un uomo di sua scelta. Tuttavia il popolo tibetano non lo accettò come leader spirituale.

 

TIBET MODERNO

 Nel 1707 un altro popolo mongolo, il Dzungar, invase il Tibet e uccise Lhasang Kan. I cinesi si allarmarono dal successo dei Dzungar. Nel 1720 inviarono in Tibet un loro rappresentante (Ambman), assieme a truppe cinesi, che si stanziarono in Tibet. Con il tempo i cinesi cominciarono a vedere se stessi come sovrani del Tibet.

Nel diciottesimo secolo il Tibet era un paese che si autoisolò dal resto del mondo. Tuttavia nei primi anni del XX il Tibet subì un’invasione britannica. A quel tempo gli inglesi governato l'India; anche se gli inglesi non cercavano di governare il Tibet, essi non di meno temevano che il paese potesse cadere sotto la sfera di influenza russa.

Il Dalai Lama fuggì in Mongolia e il rappresentante cinese o Ambman lo dichiarò deposto, anche se il popolo tibetano ignorò questa decisione. Gli inglesi, in seguito, costrinsero il Tibet a firmare un trattato per permettere gli scambi commerciali con l'impero britannico, che escludesse nel contempo quella che continuava ad essere chiamata 'influenza straniera' (leggi Russia) negli affari tibetani.

I cinesi si allarmarono per l'intervento britannico in Tibet. Temevano che se il Tibet fosse caduto nelle mani degli inglesi, anche la Cina avrebbe potuto entrare sotto l'influenza britannica. Per questo, nel 1909 i cinesi invasero il paese, costringendo il Dalai Lama alla fuga in India. Tuttavia nel 1911, durante una rivoluzione scoppiata in Cina, l'imperatore fu rovesciato e negli avvenimenti che ne seguirono, le truppe cinesi di stanza in Tibet furono costrette a ritirarsi. Nel 1912 il Dalai Lama potè così rientrare in patria. Tuttavia, nel 1913 le truppe cinesi ritornarono in Tibet e ne occuparono parti del suo territorio.

Nel 1914 gli inglesi persuasero i cinesi ad accettare un trattato chiamato “Convenzione di Simla”. Il trattato divideva il Tibet in due regioni, il Tibet interno e quello esterno. Il Dalai Lama governava il Tibet esterno (anche se la Cina ne sosteneva la sovranità, per il timore di perderne il controllo). I cinesi ebbero invece il controllo parziale sul Tibet interno, anche se il Trattato stabiliva che il Tibet non avrebbe dovuto essere assorbito nella Cina.

Nessuna delle due parti era quindi pienamente soddisfatta del trattato appena sottoscritto. Nel 1918 i cinesi invasero ancora il Tibet, ma furono costretti a ritirarsi.

Negli anni ‘20 e ‘30 sono stati effettuati alcuni tentativi di modernizzare il Tibet, ma esso è rimasto un paese molto isolato e arretrato. Fu anche una società feudale: la maggior parte della terra era di proprietà dei monasteri o delle famiglie ricche, mentre la maggior parte delle persone erano loro sottoposti. Nel 1951 il Tibet è stato annesso alla Cina. Tuttavia nel 1959 il risentimento del governo cinese ha portato ad una ribellione, rapidamente schiacciata (con migliaia di monasteri distrutti e centinaia di migliaia di morti) e così il Dalai Lama si trovò costretto a fuggire ancora una volta in India.

Nel 1965 parte del Tibet è stata inserita in una regione autonoma (TAR).

Nel marzo 2008 il risentimento tibetano contro la dominazione cinese ha causato molte rivolte, nella capitale Lhasa e in altre città e villaggi.

Oggi la popolazione del Tibet è stimata in 2,7 milioni di unità.

 

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L'U.B.I. è stata fondata a Milano nel 1985 da centri buddhisti di tutte le tradizioni presenti in Italia che sentivano la necessità di unirsi e cooperare, come era già accaduto in altri paesi europei.

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